giovedì 26 maggio 2011

L'albero della cuccagna di Palazzo San Nicola

Le ultime elezioni comunali hanno decretato la vittoria del Pdl di Cesare Zappia, sul "Pd meno elle" di Mario Romeo. Gli elettori sono avveduti e diffidano delle imitazioni. L'originale è sempre più riconoscibile delle fotocopie sbiadite. 
Chi scrive non riesce ad addentrarsi negli oscuri meandri della politica cittadina, magari per ribadire cose già sottolineate validamente in altri interventi critici. Qualche considerazione di carattere generale sul contesto in cui si vota va fatta.
Senza scomodare Eduard Banfield, che il voto a Bagnara sia fortemente cristallizzato e segua dinamiche parentali e logiche clientelari, in una coazione a ripetere a spirale, è cosa risaputa, fin troppo banale da dimostrare. Le urne lo hanno sancito chiaramente.
Si dà la preferenza al candidato per ragioni di prossimità familistica, non tanto per questioni di rappresentanza, quanto per avere un'interfaccia in caso di necessità ordinarie. 
Si poteva pensare che il sistema fosse al collasso dopo l'intervento a gamba tesa della magistratura? Improbabile.
Se a fare la differenza in un'elezione è la quantità di prestazioni erogate al cittadino-elettore (dalla promessa del posto pubblico part-time, alla redazione del modello 730 presso il Caaf, passando per le radiografie effettuate in ospedale e il rilascio di licenze o certificati anagrafici) è chiaro che un consolidato apparato di potere affaristico trasversale, che ogni cinque anni passa all'incasso, parte molto avvantaggiato.
A maggior ragione se si investono ingenti risorse di liquidità per drenare consensi in una campagna elettorale dove i contenuti, i programmi elettorali e gli argomenti sono un optional, dunque inesistenti, perché il voto d'opinione o di protesta è nullo o quasi. Che poi negli ultimi tre anni non si ricordi a memoria di un provvedimento degno di nota dell'amministrazione guidata dal neo sindaco, già facente funzione è un dettaglio. Anzi l'immobilismo e il malcostume diventano fattori premianti, specie se l'elettore non può chiedere conto attraverso un meccanismo così controllato e borderline con la legalità.
Del resto si è assistito a una progressiva degenerazione del ruolo del consigliere comunale, una posizione che, quando si rinnova nelle facce, senza voler offendere o essere ingenersosi con alcuno, vede nella bassa scolarizzazione e nell'analfabetismo politico-culturale i suoi marchi di fabbrica. La funzione del consigliere è stata degradata, spesso limitata all'alzata di mano durante le deliberazioni, squalificata a ratificare decisioni avvenute nelle segrete stanze, quindi portate in aula ad uso e consumo della maggioranza.
Tranne qualche rarissima eccezione, non si registrano proposte o segnalazioni di neoeletti nel civico consesso. C'è solo la corsa folle, perfino in un comune dissestato economicamente, del gregge di impresentabili yesmen ad accaparrarsi un posto a Palazzo San Nicola.
Il primo cittadino e il suo inner circle diventano dispensatori di poltrone e indennità, secondo il principio della spartizione con il bilancino di sedie (cinque assessori, presidente del consiglio comunale, "cadreghe" nel consorzio metano, nomine varie, appalti, affidamenti alle cooperative ecc.). Il "manuale Cencelli alla bagnarota" per la gestione stabile della cosa pubblica, affinato sapientemente negli ultimi anni, dice esattamente questo. Dove si annidi l'interesse collettivo in tutto ciò è un mistero.
Nelle urne impera la legge del darwinismo elettorale: famiglie numerose e quantità di favori di piccolo cabotaggio fanno la selezione, a scapito sovente della qualità dell'offerta politica. La trasformazione dell'eletto a rappresentante di interessi particulari ha risvegliato appetiti dormienti, per cui si è verificato un inseguimento smodato, talvolta rancoroso e stomachevole, sicuramente di massa, al posto al sole.
A questo comunque non si può rispondere con la purezza di chi guarda schizzinosamente e con il cuore pieno di candore il popolo bue votare o di chi soffre di letargia per quattro anni, come se vivesse su un altro pianeta, per aspettare un'occasione che puntualmente non arriva mai. Dire che la cattiva politica scaccia la buona politica aiuta l'autostima, ma non redime. A che serve poi avere le mani pulite se le si tengono in tasca?
In un panorama, inquinato da tale neofeudalesimo, senza agitare la bandiera del giovanilismo e issarla sopra il pinnacolo del nuovismo a tutti i costi, la lista Energia Pulita Sinistra per Bagnara è stata uno dei pochi significativi elementi, quantomeno di curiosità, a livello locale.
Certo, correre da soli in siffatte condizioni e con queste regole non scritte, è utopico. Perdere numericamente è un processo automatico. Il movimento EPS non deve però dissolversi, ripercorrendo la strada di altre esperienze fallite, e, affrancandosi dai concetti cari alla vetero-sinistra, deve proseguire nell'azione di denuncia sociale e civile, documentando spese inutili e malgoverno. Fare da pungolo costante, sollevare temi di reale interesse insomma, portare le telecamare e i riflettori in municipio, insistere nella formazione politica dei suoi appartenenti per creare una classe dirigente, cementarsi nelle inevitabili difficoltà, dare speranza ai Neet sparsi sul territorio, spingendo verso meccanismi di aggregazione su battaglie politiche che non siano di pura testimonianza. 
A volte il vento può cambiare davvero, anche dove non sembra muoversi foglia.

Claudio Careri

mercoledì 18 maggio 2011

NOI CI SIAMO! ABBIAMO APPENA INIZIATO!


ENERGIA PULITA. SINISTRA PER BAGNARA.

CI SIAMO TROVATI IN 16 PER PROPORRE UN’IDEA DIVERSA DI CITTA’ E DI PARTECIPAZIONE….ORA SIAMO IN 587.

QUESTO PER NOI E’ SOLO IL PUNTO DI PARTENZA. CI SIAMO E CI SAREMO…TUTTI, NESSUNO ESCLUSO PER FAR DIVENTARE REALTÀ IL NOSTRO SOGNO, PER CAMBIARE IL NOSTRO PAESE.

SOGNAMO UN PAESE IN CUI LA CULTURA, LA TRASPARENZA, IL RISPETTO DELLA LEGALITÀ E DELL'AMBIENTE, VINCANO SUGLI INTERESSI PERSONALI, SUI CLIENTELISMI E SUL MALAFFARE. SOGNAMO UN PAESE IN CUI I NOSTRI GIOVANI POSSANO RIMANERE O RITORNARE.

PER REALIZZARE IL NOSTRO SOGNO VI COINVOLGEREMO TUTTI, CI FAREMO COMUNITÀ.

CI SIAMO PER GARANTIRE IL PLURALISMO E PER PORTARE SULLE PIAZZE DEL PAESE QUELLO CHE SI VORREBBE TENERE TRA LE MURA DEL COMUNE.

IERI CI SIAMO IMPEGNATI PER GARANTIRE LA REGOLARITÀ DELLE ELEZIONI. DA OGGI CI IMPEGNEREMO PER GARANTIRE LA REGOLARITÀ E LA TRASPARENZA DI QUESTA AMMINISTRAZIONE. FATELO INSIEME A NOI!

“UN VINCITORE E’ UN SOGNATORE CHE NON SMETTE MAI DI SOGNARE”

giovedì 12 maggio 2011

Sono Mario Lo Cascio e sostengo la lista Energia Pulita

Sono Mario Lo Cascio e sostengo la lista Energia Pulita; tuttavia  mi ritrovo in tasca una tessera del Partito Democratico e quindi devo dare qualche spiegazione.
Ho scoperto alle riunioni del partito, mi è stato ricordato alle riunioni del partito, che sono un idealista, un sognatore; idealisti e sognatori sono elementi estranei alla politica, pericolosi per questa politica. Eppure io da sognatore avevo immaginato che era arrivato il momento per questa parte politica in cui ancora mi riconosco di riscattarsi e di dare al nostro paese un’alternativa degna di questo nome, un progetto per farlo diventare un bel posto, un posto civile. Ho immaginato che si sarebbe fatta la naturale alleanza con quelli che la pensavano come noi, cioè il SEL e che con l’entusiasmo dei giovani e forse un po’ di stanchezza da parte degli altri per come sono andate le cose fino ad ora si poteva avere la possibilità di amministrare il paese, iniziare un percorso virtuoso, oppure perdere dignitosamente, iniziare un percorso virtuoso. Invece ho scoperto che eravamo noi del PD a non pensarla così, non nelle parole certo, ma nei fatti, che l’obiettivo era vincere, ad ogni costo, o forse dovrei dire far vincere qualcun altro  ad ogni costo, perché del Partito Democratico, in quella lista è rimasto ben poco. Ho lottato con pochi amici che, fin dall’inizio, come me o durante il cammino hanno preso coscienza di ciò che stava accadendo. Ma tant’è le cose sono andate come tutti sappiamo, abbiamo candidato uno di loro, dei nostri avversari, anzi più di uno, con l’abilità della nostra scatenata dirigenza che ha messo in campo tutte le armi (legittime) per raggiungere lo scopo; con i voti, all’interno del direttivo, di molti che fino alla fine,  a parole, si esprimevano contro e poi alzavano le manine  a favore (misteri paesani); con l’assenza di quelli che sono andati via (per sgombrare il campo?)  dal direttivo e dal partito in polemica con la linea intrapresa e poi si sono candidati addirittura nel gruppo dei “nostri alleati”, tutti mossi come da una forza superiore.
Si era sperato di trovare un candidato sindaco del PD o comunque della nostra area, ma non si è trovato. Si era stabilito di garantire a uomini validi del  Pd almeno  i posti importanti di una eventuale amministrazione, e cioè il bilancio, i lavori pubblici, il vicesindaco e il presidente del consiglio, questo si era stabilito per “ ingoiare il rospo” di quella candidatura a sindaco, come si diceva in tanti; e chi ci metteremmo in quei posti adesso se si presentasse questa occasione? Forse quelli che quasi certamente lasceranno all’indomani delle elezioni per ricoprire altri posti? Forse i giovani di belle speranze completamente bianchi di politica? I nostri tranquillissimi ex consiglieri di opposizione o quelli che ci hanno prestato  “ i nostri alleati “ perché non avevamo nessun’altro da candidare? Si,  sarebbe davvero divertente se ci fosse qualcosa da ridere. E in caso di sconfitta? Che fine farebbe il PD? Forse avrebbe un consigliere di opposizione, uno, forse; di certo un grande risultato che farebbe onore al nostro segretario e ai suoi fedelissimi per come sono state gestite le cose fin dall’inizio; forse se la dignità e la responsabilità all’interno di quel partito, non fossero considerate  “ solo battute “ , come mi è stato risposto in riunione di direttivo, queste persone sarebbero già andate a casa da un pezzo.
Quante parole spese per condannare duramente il modo di fare politica degli ultimi dieci anni dei nostri amministratori, per sottolineare la distanza del nostro pensiero politico da quel modo di fare, per scandalizzarsi ed indignarsi, senza peraltro riuscire ad ottenere, quasi mai, la rappresentanza delle nostre idee da chi era deputato a farlo in consiglio comunale. E i “ nostri alleati “ erano lì, per sette lunghi anni, come quelli in Tibet del film; in sette anni si approvano sette bilanci, si firmano delibere, si sostengono tutte le azioni importanti che costituiscono l’azione amministrativa della parte politica a cui si appartiene, ed è troppo comodo dire adesso che si è andati via a un certo punto, già a un certo punto!, che si combatteva dall’interno;  più che ad una conversione assomiglia al solito, collaudato e tempestivo trasformismo politico così di moda dalle nostre parti.
A questo punto si va a votare; la palla passa agli elettori e alla loro consapevolezza; e a quello che sognano per questo posto, tanto bello quanto sfortunato, dove viviamo con le nostre famiglie, dove cresciamo i nostri figli e cerchiamo di tutelare i nostri anziani e i disabili; dove cerchiamo di coltivare una cultura che possa dare a tutti, i mezzi per decidere con la propria testa, per rivendicare i propri diritti e imparare a fare il proprio dovere di cittadini. E la domanda da porsi è, secondo me, chi sono quelli che ci fermano per strada a chiederci il voto?! Le gigantografie e gli esilaranti slogan elettorali denotano di sicuro poca umiltà, se non vera e propria faccia tosta da parte di quelli che, con o senza la politica attiva, hanno badato fino ad oggi solo ai propri affari e a quelli della propria famiglia. Non possono essersi convertiti tutti insieme e tutti nello stesso momento. E allora chi li vota a questi qua?! Certo Bagnara è paese di grandi famiglie e dove l’amicizia e il comparaggio sono sacri, anche più del futuro dei figli, almeno di quelli degli altri.
Questa volta però c’è un’alternativa, che da subito, ne sono certo, manderà in consiglio comunale una donna se i numeri lo consentiranno, come seconda eletta; un’alternativa  che vuol dire anche niente alibi per nessuno, anche se si gioca, come è ovvio, a gettare fango in mezzo ai fiori, ma i fiori tornano a mostrare i loro colori con un po’ di pioggia fresca e il fango rimane a quelli che sono abituati a sguazzarci in mezzo. Si può continuare a fare fazioni e sistemi di favori ristretti, si può anche in buona fede continuare a credere in certe formazioni e persone, ma si ha il dovere, tutti, questa volta più che mai, di domandarsi con serietà e onestà qual è la strada giusta, quali le persone degne per il futuro del nostro paese.
Io torno alla “ società civile “, come la chiamano i politicanti di mestiere con un po’ di disprezzo e un po’ di timore (a loro non piace la gente che pensa, che si fa domande,  trovano più simpatiche le pecore, e dei voti si conta il numero, certo non la qualità), torno lì perché è il mio posto e perché adesso ho capito anche meglio cos’è di preciso in questo paese. Spero tanto di sbagliarmi ma a me sembra sempre di più una minoranza di persone consapevoli e che pensano al bene comune come la cosa più importante di tutte, come l’obiettivo per vivere tutti più sereni, tutti, non la mia famiglia sola, non i miei amici soli, non la mia parte politica, la mia parrocchia o i parrocchiani che mi stanno simpatici, non solo quelli che mi votano, che tifano inter piuttosto che milan. Torno lì  perché da lì abbiamo fatto sempre tutte le battaglie piccole e importanti che forse hanno tenuto accesa una luce per quelli che la volevano vedere, anche solo per un momento; e mi auguro che la vedano i giovani, i ragazzi, che si accenda anche dentro di loro come è capitato a noi, e che questo significhi che si mettano di traverso sulla strada di quelli che preferiscono mantenere le cose come stanno o che al più se ne fregano, siano essi le loro famiglie, i loro amici, i loro partiti, se questo dovesse servire a rendere Bagnara un posto migliore o solo a mantenere viva la speranza.

Bagnara Calabra, 8 maggio 2011

                                                                                                                              Mario Lo Cascio

lunedì 9 maggio 2011

confronto pubblico

“Energia Pulita.Sinistra per Bagnara” rinnova l'invito, già formulato il giorno della presentazione della lista e del programma, ai candidati a Sindaco delle altre due compagini presenti alle elezioni comunali del 15 e 16 maggio (Romeo e Zappia che fino ad oggi non hanno risposto), ad un confronto pubblico per illustrare ai concittadini i rispettivi programmi.

Trasparenza, informazione e chiarezza sono a fondamento di una scelta libera e consapevole. La politica è reale solo se condivisa.

Per noi il luogo naturale del confronto è la piazza, ma lasciamo agli altri l’individuazione  del sito, del giorno e dell’orario.

                    IL CANDIDATO SINDACO
                                          Ninì Gramuglia